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INVERNO DIFFICILE, MA L'IMPEGNO SUL TERRITORIO E' RIMASTO

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Si è chiusa a Pasquetta la nostra stagione più difficile di sempre. E il perchè è facilmente intuibile: ve lo abbiamo raccontato in più occasioni, non torneremo sull'argomento. Quello che ci piace evidenziare, come è nostra abitudine, è il lato positivo che riusciamo a scorgere dentro tutto questo caos. La scelta di aprire gli impianti agli agonisti ci ha consentito di non fermare completamente la macchina, di avvicinare nuovi club e di far lavorare il personale che la società ha in carico. I numeri sono molto lontani dal consentirci di pareggiare i conti: “stiamo parlando -ci spiega Demis Zendra, amministratore delegato di Borno Ski Area- di presenze che non arrivano al 20% dei numeri che solitamente la nostra stazione registra. Va da sé la considerazione che ne deriva in termini economici, ma c'è una riflessione che abbiamo fatto e che va oltre: crediamo che questo posto, supportato negli anni da vari enti, debba anche fungere da risposta sociale per il nostro territorio”. Non solo: l'apertura degli impianti quattro giorni a settimana ad uso esclusivo dell'allenamento degli atleti ha consentito ai ragazzi della valle di potersi allenare e alla società di farsi conoscere anche fuori dal ristretto giro di club che solitamente gravitano a Borno, “speriamo sia un investimento sul futuro visto l'entusiasmo che si è creato”. Anche il Barissimo e il rifugio monte Altissimo, nel rispetto delle norme, hanno funzionato per tutta la stagione e anche questi hanno permesso, seppur con incassi nemmeno lontanamente paragonabili alle normali stagioni invernali, di impegnare una decina di persone assunte stagionalmente che diversamente sarebbero rimaste a casa. “Non possiamo certo parlare di grandi risultati in termini economici, stiamo ancora aspettando i ristori promessi alle stazioni costrette alla chiusura -ancora Zendra-, ma abbiamo garantito un minimo di continuità e lavoro a chi solitamente è impegnato qui”. Il risvolto sociale supera dunque l'obiettivo degli incassi: in totale hanno gravitato sulla stazione, con diverse mansioni, una ventina di persone. “Certo la metà di quelle a cui solitamente questa società dà lavoro, ma sono venti persone che a stazione ferma non avrebbero lavorato. Lo consideriamo un bel segnale dato al territorio che durante tutta la stagione non ci ha mai fatto mancare il suo appoggio”. Ora chiuso l'inverno, la primavera servirà per programamre l'estate: “abbiamo tanti progetti e l'entusiasmo di sempre. La speranza è che la situazione torni il più possibile alla normalità, così da godere di tutto quello che il nostro comprensorio offre: relax, natura, sport e buona cucina”.